Data commons: privacy e cybersecurity sono diritti umani fondamentali
Abstract
Google sa di noi più cose di quante ne ricordiamo, conosce abitudini e percorsi quotidiani, sa con chi, quando e per quanto tempo siamo stati; Zoom sa con chi lavoriamo; Facebook mette all’asta le nostre preferenze; bot e troll su Twitter influenzano le nostre opinioni. Anche i meme della disinformazione affollano i social e inquinano il dibattito scientifico. Se non impariamo a proteggere i comportamenti trasformati in dati digitali saremo esposti a un potere incontrollabile, quello della persuasione commerciale, della manipolazione politica e della sorveglianza statuale.
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