Privatizzazione della censura e Internet platforms: la libertà d’espressione e i nuovi censori dell’agorà digitale
DOI:
https://doi.org/10.32091/RIID0003Parole chiave:
Censura online, Privatizzazione della censura, Libertà d’espressione su Internet, Internet platforms, State action doctrineAbstract
La domanda di ricerca di questo saggio concerne quale spazio e tutela debba avere la libertà di espressione degli individui sulle Internet platforms e il loro ruolo per lo sviluppo del discorso pubblico e, di conseguenza, per la democrazia. Il saggio si articola in due parti. Nella prima si analizza il problema della privatizzazione della censura sulla Rete nelle sue due variabili: la censura autonomamente predisposta dalle piattaforme, che verrà denominata “censura de facto”, e la censura legata a normative statali, “censura de jure”. Nell’analizzare quest’ultima categoria ci si sofferma più che sulla censura a seguito di accertamento giudiziale o amministrativo, ossia la c.d. “censura funzionale”, sulla censura “delegata” dallo Stato: una “censura sostanziale” che rimette nelle mani del soggetto privato la valutazione della liceità di un contenuto da rimuovere. Nella seconda parte del saggio si sviluppa invece un inquadramento concettuale di questo tipo di fenomeni e in particolare delle Internet platforms, partendo dalle teorie statunitensi per poi cercare di comprendere se e come questi casi di censura andrebbero considerati in riferimento al paradigma dell’art. 21 Cost.