Privatizzazione della censura e Internet platforms: la libertà d’espressione e i nuovi censori dell’agorà digitale

  • Matteo Monti Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
Parole chiave: Censura online, Privatizzazione della censura, Libertà d’espressione su Internet, Internet platforms, State action doctrine

Abstract

La domanda di ricerca di questo saggio concerne quale spazio e tutela debba avere la libertà di espressione degli individui sulle Internet platforms e il loro ruolo per lo sviluppo del discorso pubblico e, di conseguenza, per la democrazia. Il saggio si articola in due parti. Nella prima si analizza il problema della privatizzazione della censura sulla Rete nelle sue due variabili: la censura autonomamente predisposta dalle piattaforme, che verrà denominata “censura de facto”, e la censura legata a normative statali, “censura de jure”. Nell’analizzare quest’ultima categoria ci si sofferma più che sulla censura a seguito di accertamento giudiziale o amministrativo, ossia la c.d. “censura funzionale”, sulla censura “delegata” dallo Stato: una “censura sostanziale” che rimette nelle mani del soggetto privato la valutazione della liceità di un contenuto da rimuovere. Nella seconda parte del saggio si sviluppa invece un inquadramento concettuale di questo tipo di fenomeni e in particolare delle Internet platforms, partendo dalle teorie statunitensi per poi cercare di comprendere se e come questi casi di censura andrebbero considerati in riferimento al paradigma dell’art. 21 Cost.

Biografia autore

Matteo Monti, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

Dottorando in Individual Person and Legal Protections presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Pubblicato
2019-07-01
Come citare
[1]
Monti, M. 2019. Privatizzazione della censura e Internet platforms: la libertà d’espressione e i nuovi censori dell’agorà digitale. Rivista italiana di informatica e diritto. 1, 1 (lug. 2019), 35-51. DOI:https://doi.org/10.32091/RIID0003.
Sezione
Studi e ricerche