Rassegna sul tema dell’accesso ad Internet in carcere a livello comparato: tra riconoscimenti teorici e difficoltà pratiche
DOI:
https://doi.org/10.32091/RIID0154Parole chiave:
Accesso a Internet, Carcere, Stato di detenzione, Diritto sociale, LibertàAbstract
Promuovendo la premessa che l’accesso a Internet costituisce una prerogativa per lo sviluppo della persona umana, questo contributo focalizza l’attenzione su una particolare tipologia di (potenziali) utenti di Internet, e cioè le persone private della libertà, in alcuni degli ordinamenti che vedono nella risocializzazione un elemento essenziale della fase esecutiva della pena. Si considererà, tuttavia, che, laddove si riconosca una compatibilità tra la possibilità di fruire di accedere a Internet e lo stato di detenzione, si deve operare un necessario bilanciamento tra lo sviluppo della personalità umana e la sicurezza. Muovendo, quindi, dallo studio del caso italiano, sarà, poi esplorata, in primo luogo, la giurisprudenza della Corte EDU e, successivamente, la configurazione che l’accesso a Internet in carcere assume in quelle realtà statuali che declinano tale accesso come una libertà (quali il Belgio, la Spagna e la Francia) e in quelle che lo elevano a diritto sociale (come in Finlandia e Norvegia).
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