Il fornitore dell’algoritmo quale soggetto estraneo all’amministrazione
DOI:
https://doi.org/10.32091/RIID0163Parole chiave:
Outsourcing, Amministrazione pubblica, Intelligenza artificiale, Asimmetria, NeoliberismoAbstract
L’outsourcing costituisce una soluzione consolidata per l’organizzazione e le prestazioni di servizi pubblici (e in certi casi anche di funzioni pubbliche in senso stretto). Lo è anche con riferimento ai processi di digitalizzazione di infrastrutture, servizi strumentali, risorse di calcolo funzionali all’esercizio di funzioni pubbliche. Sotto questo profilo, la questione del fornitore dell’algoritmo in quanto extraneus (sotto il profilo soggettivo) rispetto all’amministrazione costituisce un tema per certi versi consueto. Il contributo muove da un quesito: quando l’oggetto dell’outsourcing è un prodotto o una soluzione basata sull’intelligenza artificiale, le categorie interpretative tradizionali mantengono la loro utilità, oppure l’outsourcing dell’intelligenza artificiale modifica i termini del discorso? L’analisi mostra come, nonostante alcune categorie interpretative mantengano la loro validità, l’importazione dell’AI nel contesto dei poteri pubblici presenti tratti peculiari, che derivano dalla struttura di mercato in cui l’AI viene sperimentata, prodotta e commercializzata, così come da alcune specifiche caratteristiche funzionali “di fondo”, diremmo implicite, e che come tali meritano di essere poste in evidenza. Queste sottolineature offrono anche una chiave di lettura per leggere la fornitura dei servizi basati su AI dalla prospettiva del GDPR e da quella del regolamento sull’intelligenza artificiale.
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