Social media, profili artificiali e tutela della reputazione. Come l’avvento dei social bot per la gestione dei profili social possa rappresentare una grave minaccia per la reputazione delle persone e quali potrebbero essere le risposte a tale pericolo
DOI:
https://doi.org/10.32091/RIID0045Parole chiave:
Diffamazione, Social network, Automazione, BotAbstract
L’utilizzo dei social media ha permesso a chiunque di diffondere il proprio pensiero con una velocità ed una capillarità che eclissano quelle dei grandi organi di stampa tradizionali. All’interno di queste “piazze virtuali” operano anche i cosiddetti social bot, dei programmi che, una volta forniti delle credenziali di accesso di un account, sono in grado di gestirlo in autonomia, dando però l’impressione di essere una persona vera. La rapidità e precisione di reazione sui social network rendono questi “strumenti digitali” pericolosamente utili per la diffusione di insinuazioni, maldicenze ed offese con un’ampiezza ed una velocità tali da distruggere irrimediabilmente la reputazione di chiunque venga preso di mira dai loro amministratori. L’attuale impianto giuridico di tutela delle vittime di diffamazione, nonostante le recenti pronunce giurisprudenziali in tema di diffusione online di falsità e l’estensione dell’applicazione di strumenti come il sequestro preventivo all’ambito dei social network, rischia comunque di essere inefficace di fronte ad un utilizzo ben concertato di questi socialbot. Nemmeno le contromisure introdotte dai proprietari dei social media sono state in grado di arginare efficacemente questo fenomeno. Risulta, così, necessario un ripensamento della tutela della reputazione che si estenda anche alla prevenzione dall’utilizzo improprio degli strumenti informatici oggi alla portata di chiunque. Si avanzano, quindi, in questo articolo varie ipotesi per risolvere il problema, tra le quali: l’estendere anche ai proprietari dei social media l’obbligo della “adeguata verifica della clientela” già esistente in capo agli operatori finanziari o l’istituzione di un obbligo di approntare un sistema interno di segnalazione ai gestori e di contestuale marcatura, visibile agli altri utenti, dei contenuti reputati diffamanti.