La proprietà intellettuale nell’era delle decisioni amministrative “artificiali”: rischi di collisione?
Abstract
Considerando che la Pubblica Amministrazione potrebbe non essere in grado di sviluppare internamente le tecnologie necessarie al proprio percorso di trasformazione digitale, dovendosele procurare sul mercato privato, l’esclusività del diritto d’autore, potrebbe affermare un predominio, senza precedenti, degli operatori privati sull’intero processo decisionale pubblico. Di contro, la rivendicazione del diritto a rivelare il codice sorgente dell’algoritmo costituisce garanzia di trasparenza, di libertà di informazione e di impegno civico, in coerenza con le politiche di Open Government. Tralasciando, il dibattito giuridico, circa la qualificazione del codice sorgente come atto amministrativo, recentemente avvenuto in Italia, questo lavoro si propone di indagare sulla morfologia della proprietà intellettuale nell’era dell’Amministrazione algoritmica al fine di comprendere se i diritti di proprietà intellettuale debbano, o meno, soccombere ogni volta che per l’espletamento delle attività amministrative sia necessario scegliere, acquisire e impiegare le tecnologie informatiche.
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